I libri della mia infanzia: i pilastri di ciò che sono

Ci sono libri che hanno segnato, in modo positivo, quel lungo e delicato percorso chiamato “crescita“. Sono gli stessi libri che spesso, in modo sorprendente, mi tornano alla mente come li avessi letti ieri. Sono libri speciali, ma non in quanto tali: sono i mattoni delle fondamenta di ciò che sono ora.

Ecco perché il post letto su Il mondo di Athena mi ha subito entusiasmato e ho colto l’occasione per riproporlo anche qui, con i titoli dei miei libri dell’infanzia e della prima adolescenza. Solo al pensiero mi viene voglia di rileggerli e questa è un’altra prerogativa tutta loro (di solito non rileggo MAI i libri, per quanto mi siano piaciuti!).

Ero una lettrice vorace, molto più di quanto lo sia ora, perché all’epoca non dovevo trovare scuse per leggere: ogni momento era quello buono e nessuna altra attività aveva la priorità. Leggere era l’accesso verso il mondo immaginario, eppure così tangibile, in cui potevo vivere realtà altrimenti troppo lontane. Era come quei sogni talmente coinvolgenti che sembrano reali (e chissà, forse lo sono 😉 ). E da loro, da queste vite parallele, è derivata tutta la mia Weltanschauung.

I miei libri dell’infanzia

avalon-194x3001. Le nebbie di Avalon: letto quando ero alle medie, ha completamente stravolto la mia visione del mondo. Certo, il fantasy era la mia passione, ma in questo romanzo ho ritrovato una spiritualità arcaica e rudimentale, che sfiora la magia ma che, allo stesso tempo, ricollega con la Madre Terra. Era un concetto talmente nuovo e così reale che mi chiedevo come mai il Cristianesimo e le religione monoteiste si fossero diffuse a discapito delle antiche religioni (piccole donne, grandi domande!). Le donne, il femminino, sono le vere eroine di queste pagine. La saga di re Artù viene completamente stravolta da ciò che i film avevano riproposto fino ad allora e ancora adesso ogni volta che qualcuno rappresenta Morgana come cattiva mi ritengo personalmente offesa 😀

La-storia-infinita2. La storia infinita: ero più piccola, alle elementari. Mia sorella, più grande, me lo aveva consigliato e io, scettica, ho preso questo libro in biblioteca con pochissime aspettative. Be’, chiunque lo abbia letto da bambino sa che non è un semplice libro: è la porta verso il mondo di Atréju. Ci si immerge così tanto nel libro e nella storia che la percezione di ciò che è vero e reale si confonde. L’edizione che avevo letto io, poi, era scritta in due colori. Ero in vacanza, quando lo lessi, e inutile dirvi che il vero viaggio, quell’anno, lo feci a Fantàsia.

133. Christiana F. Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino: ecco, forse ero un po’ troppo giovane quando lo lessi. Avevo la stessa età della protagonista (12-13 anni) e, questo, mi sconvolse man mano che proseguivo la lettura. Era uscito il film, prontamente vietatomi da mia madre che, però, non aveva controllo sui miei libri della biblioteca 😀 Fu, credo, la mia prima ribellione silenziosa! E fu anche il primo approccio verso un mondo che non conoscevo ma che riconoscevo come affascinante: la tossicodipendenza. Questo fu una vera botta allo stomaco: da un lato leggevo la storia vera di una ragazzina che faceva scelte sbagliate su tutti i fronti, dall’altro riconoscevo che avrei fatto la stessa cosa. Come può non sconvolgerti quando il mondo che conosci è fatto solo di casa e chiesa???

image0024. Il quartiere: qui ero già più grandicella, intorno ai 15 anni. È un romanzo di Vasco Pratolini che mi avevano assegnato come compito delle vacanze. Non potevo essere meno motivata, eppure fu illuminante nella sua semplicità. Narra le vicende di un gruppo di ragazzi che avevano la mia stessa età. La “compagnia”, i primi amori, le prime lotte politiche. La nascita, insomma, di uomini e donne. Avrei voluto essere lì con loro, ma loro mi regalarono i germogli di un pensiero critico, che aveva diritto di essere coltivato e ascoltato, nonostante la giovane età, nonostante le confusioni sentimentali, nonostante gli assolutismi giovanili.

Ce ne sono molti altri, tra cui Alice nel paese delle meraviglie e Alice allo specchio, Il giardino segreto, Le avventure di Huckleberry Finn, ma quelli che ho approfondito sono, senza dubbio, i veri quattro pilastri delle fondamenta. Nel bene e nel male, ognuno di essi mi fa sorridere con nostalgia perché le botte di vita che mi hanno dato a quella età sono state davvero epocali 🙂

Quali sono le vostra fondamenta? I vostri pilastri? Le vostre letture sconvolgenti dell’epoca?

15 pensieri riguardo “I libri della mia infanzia: i pilastri di ciò che sono

  1. oh si le nebbie di avalon e tutto il ciclo di artù… oh, ddecisamente si! E il signore degli anelli, difficilissimo da digerire ma imperdibile, ..fino a che non cresci e approdi a Anne Rice, con i suoi vampiri tristi (magnificamente impersonati da brad pitt e tom cruise, mica cotiche), e niente… una vita rovinata ahaha una vita meravigliosa grazie ai libri!

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      1. ma come nooooooooooo ma noooooooooooooo io l’ho smesso la prima volta che ho cominciato, tipo a pagina 40. ma poi mi sono data una sfida, l’ho ripreso dopo qualche anno, e l’ho finito in una settimana 🙂 adesso viaggio al ritmo di 1 libro e mezzo al giorno, anche quelli in inglese… il kobo store sarà davvero la mia rovina…. 😥

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        1. Ahahah il kobo è la meraviglia del secolo!! Beata te che riesci a leggere così tanto! Io in due anni di disoccupazione ero come bloccata… mi sentivo in colpa (vai a capire l’inconscio), speriamo di rimediare col mezzo lavoro che ho ora ahahaha!

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          1. anche io mi sento in colpa se magari leggiucchio in pausa pranzo, ma visto che non mi pagano a ore me la faccio passare. e poi, invece di accendere la tv la sera leggo, è li che vanno via i libri interi…

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